mercoledì 17 novembre 2010


Cari amici, la campagna "porta a porta" di novembre, voluta da Bersani, ha come obiettivo quello di ritornare ad incontrarsi in quei luoghi dove si sono svolte le ultime primarie. Per questo anche nel nostro comune, ci siamo organizzati con gazebo e attività di volantinaggio per essere maggiormente visibili e per far conoscere le proposte del PD, "punto per punto, casa per casa". Attraverso queste iniziative, desideriamo coinvolgere iscritti e simpatizzanti, per continuare a lavorare a contatto diretto con le esigenze del nostro territorio. Proprio per questi motivi, vorrei informarvi che, sabato 20 novembre, nella zona mercato di Torri di Arcugnano e nella zona di Sant'Agostino, parcheggio supermercato Sisa, dalle 8.30 fino alle ore 12.30, il circolo del PD sarà presente con un gazebo sul tema "La Sanità in Veneto" freschi delle ultime notizie sul buco di un 1 miliardo di euro prodotto dagli assessori leghisti. Sarà anche l'occasione per informarvi sui temi locali discussi nel nostro giornalino di novembre: rotatoria S. Agostino, stimata intorno agli 800.000 € e nuova lottizzazione di S. Agostino. Se avete la possibilità di passare, anche solo per un attimo, possiamo scambiarci opinioni e riflessioni su questi, come su tanti altri temi caldi del momento.

Vi aspettiamo numerosi, a presto.

Il coordinatore del circolo del PD di Arcugnano,

Antonio Bellofiore.


venerdì 15 ottobre 2010

Incontriamoci in piazza.

Dopo il successo ottenuto con l'attività di raccolta firme per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua, vorrei informarvi che domani, sabato 16 ottobre, nella zona mercato di Torri di Arcugnano, dalle 8.30 fino alle ore 12.30, il circolo del PD sarà presente con un gazebo sul tema giustizia e legge bavaglio.

Come sapete, alla camera, PDL e LEGA hanno negato l'autorizzazione ad usare le intercettazioni telefoniche, nei confronti dell'ex sottosegretario all'economia Cosentino indagato per concorso esterno in associazione camorristica: "la camorra ringrazia".

Se avete la possibilità di passare, anche solo per un attimo, possiamo scambiarci opinioni e riflessioni su questo, come su tanti altri temi caldi del momento. La presenza in piazza è per noi un occasione per incontrasi e trovare, tra la gente, nuovi spunti per orientare e programmare, in modo più unitario e partecipato, la nostra attività politica sul territorio.

Vi aspettiamo numerosi, a presto.

Il coordinatore del circolo del PD di Arcugnano, Antonio Bellofiore.

lunedì 11 ottobre 2010

A scuola imparavamo a sparare, e poi...


Con il progetto “Allenati per la vita”, i ministri Gelmini e La Russa introducono nella scuola superiore corsi di pratica militare. Sulla scorta della propria esperienza di gioventù, una nostra affezionata lettrice belgradese indirizza ai ministri una lettera aperta. Jasmina Radivojević, Milano 1 ottobre 2010

Gentili ministri Gelmini e La Russa,

vi scrivo questa lettera aperta in merito al vostro progetto congiunto chiamato “Allenati per la vita” ed al protocollo che in merito avete sottoscritto.

Sono stata profondamente scossa da questa vostra decisione di introdurre contenuti militaristi nella scuola superiore italiana e vi spiegherò perché.

Provengo dalla Jugoslavia, precisamente da Belgrado. Faccio parte della generazione del 1966 e quindi sono stata una pioniera di Tito. Il sistema jugoslavo, come anche quello israeliano, aveva adottato una politica di difesa totale popolare. Essa consisteva nel servizio militare di leva obbligatorio e in regolari esercitazioni militari della popolazione, ma anche in una capillare educazione scolastica relativa alla difesa della patria. Fin dall’ultimo anno delle elementari c’era nei programmi scolastici, a livello nazionale, in tutte le repubbliche e regioni autonome della Jugoslavia, una materia denominata “Primo soccorso” che nell’ultimo anno delle medie diventava “Difesa totale popolare e protezione civile”. Prima, però, dovevamo superare gli anni del “Primo soccorso”: dalle tecniche per estrarre il veleno di un morso di serpente, alla famosa fasciatura di Esmark, alla respirazione bocca a bocca, massaggio cardiaco e così via… Ci piaceva moltissimo questa materia, lo devo ammettere, ci dava il senso dell’avventura, ci divertivamo un sacco a fasciarci a vicenda e simulare storielle, con sghignazzate che accompagnavano il tutto.

Tutti però, aspettavamo il momento più importante, l’uso del fucile.

E arrivò anche questo. Ci esercitavamo con il Mauser M-48, un vecchio fucile, del peso di 4 kg e lungo circa 1 metro. Era di produzione jugoslava ed era il più venduto in assoluto nei vari paesi amici che al loro interno si scannavano. Ma al tempo noi questo non lo sapevamo. Non sapevamo che il nostro benessere dipendeva anche da quelle armi vendute e con le quali gli altri si massacravano. Anni dopo lo abbiamo scoperto a nostre spese… Gli altri avrebbero costruito il loro benessere sulla nostra, di pelle, e la ruota della fortuna continuava a girare…

Non so se ci sembrava di giocare a partigiani e nazisti, gioco che abbiamo sempre fatto da bambini, solo che stavolta lo si faceva con fucili veri, ma mi ricordo che ci piaceva.

Noi ragazze avevamo una paura matta che il fucile, nello sparo, ci staccasse la spalla, dato che ci avvertivano di tenerlo più fermo possibile perché tendeva fortemente indietro e se non si stava attenti la spalla la si poteva persino rompere!

Fu un'emozione immensa andare con la classe sul poligono fuori città e tirare al bersaglio. Dovevamo sdraiarci sugli appositi materassini, in fila, con le orecchie tappate con le cuffie. Avevamo in dotazione un caricatore di 5 pallottole e, sparate quelle, dovevamo caricarne altre 5. Feci tutto e rimasi sorpresa quando fui chiamata dal professore e da un militare. Avevo tirato meglio di tutti gli alunni della scuola. Non ci potevo credere. Mi invitarono a partecipare alla competizione di tiro della mia città. Mi dimenticai la data e non ci andai. Il professore si offese a morte e mi tolse l’ottimo che mi ero guadagnata sparando.

Alle superiori, per 4 anni abbiamo studiato le varie dottrine militari: dall'antica “Arte della guerra” del cinese Sun Tzu a Carl von Clausewitz e a tutte le strategie della difesa popolare jugoslava, di chiara ispirazione partigiana, grazie alla quale siamo stati l’unico paese in Europa ad essersi liberato da solo. Questo ci riempiva d’orgoglio.

Inoltre si continuava con l’uso del fucile, della pistola e anche della bomba a mano. Nei primi due mantenni la costante bravura. Con la bomba a mano non ebbi la stessa fortuna e per poco non feci saltare in aria il professore! Non ero portata, mi dicevano…

Eravamo ignari che tutto quanto avevamo imparato, ci sarebbe servito negli anni a venire per meglio scannarci tra di noi in una guerra civile atroce. Io non vi ho preso parte, per fortuna, ma tanti miei amici, di svariate etnie, sì. Alcuni non li ho mai più rivisti.

In questo senso, cari ministri, reputo la vostra decisione sbagliata, se anche mossa in buona fede.

Non serve ai ragazzi saper sparare per meglio comprendere le forze armate o per avvicinarsi al volontariato o alla Croce Rossa. La militarizzazione della scuola, prima o poi porta alla militarizzazione della società. Prendete l’esempio dal modello che vi ho descritto. Oppure da quello israeliano che è persino più duro di quello che un tempo fu jugoslavo. E vediamo qual è la realtà israeliana…

Un mio caro amico, Nebojša Milosavljević, attuale sindaco di Blace, cittadina nel sud della Serbia, nel suo libro autobiografico “In una bizzarra guerra per disperazione”, in cui descrive la sua partecipazione alla guerra in Kosovo, dove fu chiamato alle armi, dice: “Da minorenne sono stato addestrato a maneggiare il fucile, lo stesso che oggi, in piena maturità, uso in una guerra vera! Non è che forse la prima cosa ha prodotto quest’ultima? Al punto che questa guerra banale non è che un (di)effetto senza precedenti della prassi real-socialista, proprio per il fatto che invece di ricevere un insegnamento sui valori democratici, abbiamo fatto pratica di contenuti militaristi. E non viene forse legittimato l’epilogo di quella concezione militarista della politica e della società, che anche io devo scontare, qui ed ora in modo così paradossale? (Kosovo, 14 giugno 1999)”.

Ci sono molti modi per avvicinare i ragazzi al volontariato ed alla protezione civile. E soprattutto alla Pace.

Non sono i tempi né di von Clausewitz né dei tiri con la pistola, seppur ad aria compressa. È tempo di costruire la pace. Con la solidarietà e il dialogo. Cominciando dalla propria casa e dalla scuola.

giovedì 16 settembre 2010

Essere veneti

Nel giornale di questa mattina ho letto una notizia che probabilmente non mi farà dormire nei prossimi giorni! Nella preparazione dello statuto Veneto, la attuale maggioranza regionale, vuole mettere, come condizione per usufrruire di tutta una serie di vantaggi sociali la frase per cui verranno innanzitutto privilegiati i Veneti. Neppure coloro che eventualmente sono nati in Veneto. Questo esclude completamente me e tutta la mia famiglia. Io vivo in questa regione dal 1971, ma, umilmente lo riconosco, ho un grosso peccato originale! Sono nato a Roma, cosa che, in verità, mi squalifica automaticamente sia come possibile Veneto che come persona potenzialmente perbene. Per me pazienza! Riesco a capirlo e a rassegnarmi. Data la mia età non mi rimangono molti anni da vivere, e, credendo io alla reincarnazione, mi auguro che il mio Karma, in una prossima vita mi faccia nascere in una ben più nobile realtà. Il problema vero sono le mie figlie ed i miei nipoti colpiti da una tale tara generazionale.
La madre delle mie figlie fra l'altro è anche straniera, tedesca per la precisione. Le mie figlie pertanto, anche se voglio loro un gran bene, devono per forza di cose essere considerate bastarde. Anche per i miei nipoti probabilmente le cose si complicheranno, è vero che tre di loro sono nati a Vicenza da padre veneto, la nipotina però è nata a Brescia e l'ultimo anche se nato a Vicenza ha una ulteriore tara visto che il papà è, non bastassero tutte le altre disgrazie, anche toscano. Ultimamente un paio dei miei vicini hanno cominciato a farsi portavoce di un giustissimo risentimento nei miei confronti, e, neppure tanto velatamente mi hanno invitato ad andarmene. Naturalmente per il bene delle mie figlie e dei miei nipoti io sarei anche disponibile ad emigrare in un'altra regione. Ma il dubbio rimane forte: Cosa ne sarà dei miei discendenti? Quante generazioni ci vorranno perchè possano essere considerati a tutti gli effetti parte del generoso popolo veneto?
Mi dia una speranza! In maniera che possa, almeno, tranquillamente lasciare con un senso di pace la mia casa e la mia famiglia. Sapendo, che anche se il distacco sarà doloroso, almeno mi sarò sacrificato per il loro bene!

Giancarlo Sanchini
Via Giardini, 45
36057 Arcugnano
Tel. 349 8728966

martedì 14 settembre 2010

Riflessioni sul nostro patrimonio storico




Cari amici,

da tempo seguo con sgomento le sorti di tre manufatti architettonici in stato di estremo degrado. In ordine di antichità, sono: la torre millenaria del Monte Crocetta, dominante su Fontega e Torri di Arcugnano; il sacello, o cappella gentilizia, intitolato alla Sacra Famiglia, sito in Val dei Calvi; Villa Montanari, situata nel centro abitato di Arcugnano. Sono tre edifici di diversa importanza, forse di valore artistico discutibile, ma pur sempre testimoni della nostra storia, perciò importantissimi, per quel che mi riguarda.

Li abbiamo ricevuti in eredità dai nostri progenitori, toccherebbe a noi salvaguardarli. Ma c'è un grosso ostacolo: sono edifici privati. Vediamo di capirne di più.

Tempo addietro, quando era in carica la passata amministrazione, grazie all'intervento del vicesindaco Federico Bedin, su nostro sollecito, siamo riusciti a far ripristinare le porte d'ingresso della preziosa chiesa di Santa Margherita.
Manufatto trecentesco che conserva al proprio interno un importante ciclo di affreschi (per la verità ancora a rischio) che, a causa di un varco, creatosi nel legno marcescente delle porte, era divenuto ricovero per animali randagi o selvatici.

Non contento, poco tempo fa ho scritto al sindaco, dott. Paolo Gozzi, per sottoporgli la sorte di Villa Montanari. La conservazione della dimora è penosa, sotto gli occhi di tutti, altrettanto evidente è pure l'allarme igienico che comporta un simile degrado. Tanto per fare una lista di inquilini, sappiate che è divenuto il regno di calabroni, gatti randagi, piccioni, vespe, topi, scarafaggi che abitano indisturbati un edificio imponente, in pieno centro abitato.
Un lato della villa dà su Via Marconi, strada trafficata quotidianamente, ponendo ulteriori dubbi di ordine strutturale. Il degrado, ripeto, è evidente e genera negli abitanti un senso di tristezza e di abbandono generale.
Il sindaco, molto gentilmente, mi ha risposto che non è nei suoi poteri intervenire, giacché il manufatto, in passato è stato venduto a un privato, e aggiunge, in una email privata al sottoscritto: "Solleciterò i proprietari affinché provvedano a fare almeno gli interventi minimi necessari alla sicurezza pubblica". Parole importanti, che apprezziamo. Questo accadeva il primo giugno. Dopodiché, i proprietari non hanno mosso un dito e la situazione non può certo essere migliorata. Anzi.

Stessa sorte per la Torre millenaria e la chiesetta di Val dei Calvi, da quel che risulta, anche questi sono edifici privati. Ora, dando per assodato e accettando il principio della nostra civiltà che fa della proprietà privata un ente sacro e intoccabile, dovrebbero essere altrettanto obbligatori gli oneri che ne conseguono, ossia: la conservazione, la salvaguardia degli edifici, il rispetto per il passato comune, il decoro (!), la prevenzione e tutela sanitaria per la popolazione che, senza colpa, abita nella vicinanze dei ruderi succitati!

So che queste parole cadranno nell'oblio, ma so anche che rimarranno nella memoria di Internet e chissà che non sia di sprone per qualcuno.
Oppure -ma dubito fortemente- che a causa di queste parole i proprietari, mossi da vergogna o carità, non decidano infine di porre un termine allo scempio.

Sarà mai vero?

Denis Lotti, Arcugnano



venerdì 3 settembre 2010

Libero pensiero.

vorrei esprimere tutto il mio sconforto per la piega che stà prendendo, ogni giorno che passa, questa nostra società. Sono stato abituato, negli anni della mia formazione umana, a considerare la libertà di pensiero come una delle più grandi ricchezze di una compiuta democrazia. Un pensiero che naturalmente si potrà arricchire e modificare nel confronto con altre libere opinioni. In questa ottica la persona portatrice di altri punti di vista diverrà maestra di vita e non nemica. Non è più così! Qualsiasi opinione capace di portare nuovi proseliti viene gridata e sbandierata come verità assoluta. In tutti i campi! E non importa se non è nè documentata nè documentabile, se appartiene al novero delle leggende metropolitane, o è semplicemente una comoda bugia fatta per solleticare un falso senso di orgoglio per chi la ascolta. Ha la parvenza della verità! Di una verità senza ombre di possibile dubbio! E chiunque non la accetti, o cerchi anche solamente di confutarla, magari attraverso pacati ragionamenti, viene aggredito (fortunatamente, quasi sempre, ancora, solo a parole). Viene addirittura considerato, il tapino o la tapina, un provocatore ed un nemico da combattere e da abbattere. Bene, mi scusi Sig. Direttore, ma io in questa società non riesco più ad integrarmi! E' una società impaurita, impaurita da un benessere che può essere perso in ogni momento. Impaurita da qualsiasi accenno ad un differente sviluppo, chiusa in sè stessa e diffidente di ogni novità. E non si rende conto che la salvezza non si ottiene con la chiusura, ma con l'espressione e la ricerca di verità da raggiungere non attraverso le grida di chi urla più forte, ma con una continua ricerca individuale, influenzata solo dal confronto pieno con l'altrui pensiero. In cui, questo, potrà essere accettato o meno, ma sempre con il rispetto dovuto alle altrui esperienze ed elaborazioni intellettuali. D'altronde come cita Bertrand Russel nel suo libro " Why men Fight" (1917) "Gli uomini combattono perchè hanno più paura del libero pensiero che della rovina o della morte. Il pensiero è rapido, è libero, è la luce del mondo..."
O per il "Vangelo di Giovanni" attraverso la "Verità che salva", una verità però che per l'Apostolo diviene una continua ricerca su sè stessi, sulla propria umanità, e sulla propria umana essenza.


Giancarlo Sanchini

lunedì 30 agosto 2010

Festa Democratica

Cari amici,

il 17, 18 e 19 settembre si terrà a Valdagno la Festa Democratica provinciale. La segreteria provinciale, affinché la festa possa riuscire al meglio chiede a tutti gli iscritti di metersi a disposizione in quei giorni per dare una mano.

Per dare l’adesione basta andare nell’apposita sezione che trovate sul nostro sito. Sempre sul sito provinciale trovate il volantino della festa con il programma.

Vi chiedo se siete interessati di attivarvi tempestivamente perché mercoledì 1 settembre alle ore 20:30 presso la Cittadella Sociale in via Regina Margherita a Valdagno ci sarà la riunione organizzativa con i volontari che avranno dato l’adesione.

Grazie a tutti.

Antonio Bellofiore

venerdì 7 maggio 2010

La tua firma per l'acqua pubblica.

Carissimi amici, vorremmo informarvi che il gruppo "Uniti per Arcugnano" appoggerà la raccolta di firme per indire i referendum contro la privatizzazione dell'acqua, promossa dal Forum italiano Movimenti per l'Acqua. L'oro blu è il più grande bene pubblico di cui disponiamo, ma la cui fornitura è stata recentemente liberalizzata, il che vuol dire che la gestione del servizio idrico sarà dato in gestione ai privati. Poiché siamo convinti che l’acqua sia un bene pubblico che non può e non deve essere assoggettato a logiche di profitto, i giorni di sabato 15 e 22 maggio, dalle ore 08.30 alle ore 13.00, saremo presenti per la raccolta firme con un banchetto presso il mercato settimanale che si svolge ogni sabato mattina a Torri di Arcugnano. Informiamo inoltre che si potrà andare a firmare anche all'ufficio anagrafe fino al 3 luglio nei seguenti orari :

Orari Ufficio anagrafe:
lunedì chiuso al pubblico
Martedì 9.00-12.00
Mercoledì 8.30-13.30
Giovedì 9.00-12.00
Venerdì chiuso al pubblico
Sabato 9.00- 12.00.
Aspettandovi numerosi, vi ricordiamo che per la validità della firma è necessario avere con sé un documento d'identità in corso di validità.

Antonio Bellofiore

lunedì 3 maggio 2010

Parlare al cuore.

Ogni giorno nascono nel mondo migliaia e migliaia di bambini, destinati ad essere il mondo di domani. Saranno buoni o cattivi cittadini, fanatici di ogni tipo o santi ed illuminati, amorfi o pieni di impegno civile, destinati a portare il lume o l'oscurità nella società che i loro padri avranno loro lasciato. Eppure in partenza non esiste alcuna distinzione tra i nuovi nati. Il bambino che nasce è infatti pura coscienza di esistere. Non sà ne di essere maschio nè di essere femmina, non ha ancora un nome nel quale riconoscersi, non sa di essere bianco o nero o giallo o rosso, nè di essere italiano o americano o di qualsiasi altra nazione, non conosce la religione nella quale verrà allevato. La sua vita è un libro bianco pronto ad essere scritto. E' solo ed esclusivamente pura coscienza di essere, naturalmente con alcune esigenze legate al fattore vita, in primo luogo lo stimolo al cibo ed alla ricerca dell'amore! Poi diviene, e diverrà tutto ciò che la famiglia, la società, la cultura dominante, la religione, gli o le permettaranno di divenire. Ho sempre pensato alle parole di Gesù quando, invitava i Suoi discepoli a ritornare bambini, perchè solo attraverso questo ritorno esiste la possibilità di guadagnare il "Regno dei Cieli". Io non sono particolarmente religioso, almeno non nel senso che normalmente si dà a questo termine. Però ho grandissimo rispetto ed amore nei confronti di colui che nel Cristianesimo viene chiamato il Salvatore. Ritengo ad esempio che nelle succitate parole sia indicata una via verso un tipo di salvezza completamente laico. Una via che invita non alla libertà, termine privo di senso e foriero di grandissimi malintesi, ma alla liberazione! La liberazione da tutti i tipi di sovrastrutture e condizionamenti creati dall'educazione che ognuno di noi ha ricevuto! Condizionamenti e sovrastrutture culturali che ci portano ad accettare solo ed esclusivamente le idee che sono conformi alla nostra educazione, non al nostro vero essere che, probabilmente, è in sintonia con quello che eravamo prima di divenire ciò che siamo adesso. Esiste naturalmente, come esisteva al momento della nascita l'esigenza primaria del cibo. Ed è uno dei condizionamenti più importanti e molto spesso deleteri. Bisognerebbe però sempre tenere presente che si mangia per vivere e non si vive per mangiare! Tutta questa introduzione naturalmente se non rapportata ad una attualizzazione del pensiero non servirebbe a nulla. Ed è proprio in base a queste considerazioni che io ritengo vi siano tre modi principali di rapportarsi con quelli che lo stesso "Salvatore" ci invitava a considerare fratelli. Il primo ed il più scontato è quello di parlare in maniera bulimica alla pancia (naturalmente in modo metaforico), ed è probabilmente attualmente il modo che stà ottenendo il maggior successo. Esiste poi il metodo di parlare al cervello ( sempre metaforicamente). Ed è un metodo minoritario, che porterà solo a riscontri minoritari, perchè ogni tipo di riflessione si troverà ad essere contrastata da riflessioni opposte e contrarie. Il metodo meno praticato è purtroppo quello della parola diretta al cuore, all'eterno bambino che esiste in ogni essere umano, per una liberazione che porti poi al risultato della formazione di un essere liberato, perchè solo attraverso questa liberazione prima singola e poi collettiva si potrebbe addivenire ad una società più giusta, in cui gli esseri umani, potrebbero confrontarsi senza quell'odio reciproco che stà caratterizzando la vita a livello nazionale, europeo e mondiale nei nostri tempi. Cerchiamo pertanto di aprire al cuore, di parlare al cuore, cercando di non erigere barriere e di distruggere quelle esistenti.
Quando un bambino nasce è pura coscienza di esistere. Poi diviene! Ritrova il bambino che è in te! Gioca ridi e sii felice! E' l'unico modo per realizzare la pace!


Giancarlo Sanchini
Via Giardini, 45
Arcugnano
Tel. 349/8728966

venerdì 16 aprile 2010

I sogni e i desideri.

Traggo dal bellissimo intervento di Giancarlo qualche riflessione frettolosa e forse impulsiva, e più che rispondere alla sua testimonianza, ché non serve visto che mi trovo d'accordo con lui nel merito, raccolgo e sviluppo qualche spunto ispirato dalla lettura della sua lettera pubblicata qui sotto.

Il pensiero di Giancarlo è un manifesto che bisognerebbe raccogliere e far proprio da chiunque non si riconosca in questa Italia, astenuti compresi, ma gli errori della Sinistra ci sono e non si possono imputare a Berlusconi o alla Lega. I dirigenti del PD perseverano, anche in queste ore, in questioni che non interessano a nessuno, ma questo può essere un espediente per non fare i conti in casa propria o per continuare a vivacchiare.

In Veneto l'errore più grande che la coalizione di Centrosinistra ha perpetrato è stato scegliere un candidato che ora rifiuta con sdegno la tessera del PD, e questo per poter fare il "battitore libero" (ah, l'avessi saputo prima del voto!). Questa nazione e questa regione sono piene di battitori liberi che, ahinoi, giocano in solitaria, ma che tragicamente non se ne sono ancora accorti, o fingono che tutto sia sotto controllo nonostante l'astensione.

Pochissimi politici si vogliono raccogliere attorno a un'idea condivisa, ma la maggioranza di questi la teme, giocano semmai a fare gli strateghi, gli stessi che dopo l'esito delle elezioni accusano schiumando: "abbiamo perso perché non mi avete sostenuto" e compagnia cantante...
Noi elettori di sinistra, centro o destra dovremmo, secondo loro, riconoscerci in questo o quel personaggio politico e affidarci nelle sue mani senza discussione, senza obiezioni. Ma i risultati negativi cominciano a manifestarsi in tutta Italia, non solo attraverso l'astensione, e mi riferisco alla punizione esemplare che il centrosinistra ha ricevuto al Nord. Punizione che avrebbe dovuto far dimettere l'intera classe dirigente di ogni partito della coalizione (escluso Di Pietro che intercetta gli incazzati), così non è, e ora siamo alle solite: guardiamo cosa fa Fini. Che fa Fini? La domanda è pigra, perché quella corretta sarebbe che cosa facciamo noi, ora e per il futuro prossimo?
Ci sarebbero altre domande che vorrei porre:
Perché nel Veneto non sono state fatte le Primarie? Perché Bortolussi non se l'è giocata con altri candidati? Forse perché temeva d'essere scartato?
Allora perché avrebbe dovuto vincere le elezioni contro Zaia?

Sono domande alle quali Bortolussi non saprebbe/non vorrebbe rispondere, perché questi politici, o uomini-simbolo ritengono che cosa fatta capo ha, e stop.

Il Veneto l'astensione l'ha subita meno di altre regioni, non nascondiamocelo. Zaia è risultato credibile, ma ora è messo alla prova dei fatti. Speriamo che il delirio clericale e oscurantista dei primi giorni si temperi con i giorni e lasci spazio a decisioni che favoriscano il lavoro e il benessere dei cittadini veneti.
Il centrosinistra impari dalla Lega a tornare nelle fabbriche, nei luoghi dove la gente vive, poi potremmo -forse- rispecchiare noi stessi nelle loro proposte politiche.

Qualcuno ha votato per Grillo, in sé è una notizia che dovrebbe far riflettere maggioranza e opposizione. Ma non abbiamo un Governo interessato a fare l'analisi del voto alla vecchia maniera, anzi preferisce (per noti motivi giudiziari) incassare il voto di maggioranza degli elettori che sono andati a votare, liquidando l'astensione come un incidente di percorso. Può darsi che il prossimo referendum pro o contro Berlusconi (che si è manifestato in tutte le elezioni politiche di questi ultimi quindici anni) dia sorprese in negativo per questa o quell'altra parte, poco importa: non credo che la volontà sia quella di governare il Paese per il bene dei cittadini, ma per motivi che di volta in volta ogni singolo battitore libero decide possa essere vantaggioso per la propria personale carriera politica.

Per ora, più che a sogni siamo dinanzi a incubi veri e propri.

Denis Lotti, Arcugnano

giovedì 15 aprile 2010

I sogni di una Italia migliore.

Alcune settimane fa mi sono trovato a passare per Recanati, e non ho mancato, come sempre faccio quando mi trovo in zona, di visitare la casa del Leopardi! Ed ho sognato! Rimembranze di gioventù! I sogni di una Italia migliore! Le dispute ideologiche ed i progetti per renderla tale. Gli entusiasmi per le conquiste future che, almeno materialmente, in parte, sono state ottenute. Le battaglie per dare ai nostri figli non solo il benessere che noi non avevamo, ma anche una felicità che non dipendesse solo dall'avere ma anche dall'essere.

Poi si è votato!

E come in tutte le altre elezioni succedutesi negli ultimi 60 anni, alte grida di giubilo si sono sentite dalle Alpi allo stretto di Messina! Dalle sorgenti alle foci del Po! Dal Tirreno all'Adriatico! Da Porta Pia a Porta Portese! Ogni politico cercava di portare acqua al suo mulino, cercando di vedere il suo bicchiere mezzopieno e mezzovuoto quello degli altri. Eppure l'unico partito che dovrebbe cantare vittoria è quello degli astensionisti.

E' divenuto infatti, e di gran lunga, il più grande partito politico! Circa 14.000.000 di italiani non hanno votato! Tutti gli altri partiti, anche quelli che hanno gridato al trionfo hanno perso voti. La Lega, politicamente trionfatrice, ne ha perso meno degli altri! Solo 150.000. Il PDL 2.500.000, Il PD 1.000.000. Gli altri, cifre variabili a seconda della loro precedente consistenza. Un alto grido di protesta e di tristezza si leva dagli Italiani. La protesta e la tristezza di chi vede svanire i propri sogni e li vede tramutarsi in incubi!

Pensate che qualcuno ascolterà il grido? O che le cose continueranno a seguire il solito tran tran fatto di contestazioni personali, spesso di facciata e solo per distinguere una posizione rispetto alle altre?

Ci sarà qualcuno che comincerà a pensare seriamente alle reali consistenze del proprio partito? Il PDL ad esempio rappresenta ormai solo il 19.5 % degli elettori con diritto al voto. Non naturalmente di quelli che hanno votato. Il PD il 16.9%. La Lega il 7.5%.

Si potrà contestare che le percentuali ed i consensi si misurano sulle persone che esercitano il loro diritto. Non però quando il mancato voto rappresenta l'unica forma di protesta rimasta ad una popolazione ormai priva di valori, che vota stancamente più per abitudine che per effettiva volontà. E se le cose non cambiano, se non si propongono nuovi sogni, nuove avventure, nuove frontiere, la società sarà inevitabilmente destinata ad un declino sempre più profondo. Senza sogni non si raggiungono mete ambiziose!

Io amo il mio paese e sono preoccupato. Non vorrei che il sogno di quando ero ragazzo si trasformi ora che stò raggiungendo la vecchiaia in un terribile incubo. Un incubo fatto di "reality". Di sterili polemiche. Di litigi televisivi, veri o presunti. Di corruzioni. Di mafie trionfanti. Di gironi danteschi in cui si rappresenta solo l'inferno. L'invito che posso fare a tutti è di ritornare a sognare. Di sognare una società che possa uscire dal tunnel e che possa ritornare a vedere le "Stelle"! Per rimettersi in cammino nei sentieri dell'"Essere", per essere di nuovo pronta, come cantava il poeta di Recanati, a porre domande alla "Luna" in cielo e ad intuire e fare proprie le sue risposte.


Saluti

Giancarlo Sanchini, Arcugnano

giovedì 1 aprile 2010

Elezioni regionali: il Veneto, la Lega e la Sinistra

A distanza ravvicinata dalle elezioni regionali, sembra utile cercare di interpretare alcuni numeri, voti e consensi.
La maggioranza degli elettori del centrosinistra vicentino sceglie per Venezia due candidati del PD, il decano Giuseppe Berlato Sella e il ben più giovane Stefano Fracasso, due ex sindaci di altrettante città importanti della nostra Provincia. Per quanto riguarda Fracasso, la notizia riempie di gioia chi scrive e, suppongo, chi conosce la storia politica di Stefano, giovane e preparato politico di Arzignano, nonché ex sindaco della città della Valle del Chiampo: è stato votato ad Arcugnano con ben 87 preferenze!

Non possiamo sottrarci ad alcune considerazioni amare, nessun candidato vicentino alla sinistra del PD è riuscito ad entrare nel Consiglio regionale veneto. Partendo anche da questo vuoto a Sinistra è forse il caso di fermarsi a riflettere per cercare di capire quali sono le aspettative dei veneti, se è vero che oggi è ancor di più una regione razzista, egoista e sazia della propria ricchezza nonostante la crisi, sazietà che spesso viene confusa con identità, un colpo padana, un altro colpo serenissima.

Ma quante sono le identità venete? Ciò che sembra pesare di più è il raggiro retorico del leghismo -di lotta e di governo- che fa campagna elettorale contro un governo di sinistra che non c'è più. E' forse in questo raggiro di ciàcole che si è riconosciuta la maggioranza dei veneti? Per quanto riguarda il Veneto, contro chi e contro cosa si è scagliato Zaia? Contro Galan? Molti di noi non l'hanno capito, perché al di là di un fantomatico autonomismo fiscale (non è federalismo quello di cui va parlando Zaia in queste ore! Attenzione alle sue parole) e di allineamenti con il romanissimo Vaticano, permettete il gioco di specchi, non ha prospettato nulla. Anzi, ha nicchiato sul nucleare (il cui sito veneto è già previsto nei dintorni di Chioggia...), ha nicchiato sulle quote degli immigrati, ha mentito sui romeni, i quali, piaccia o meno a lor signori, oggi sono comunitari, e Flavio Tosi ne sa qualcosa.... Se il modello di integrazione è quello trevigiano siamo di fronte allo schizoide "denigrali e 'scondili - controllali ma falli sembrare incontrollabili", mirante a un'ipocrita pace sociale creata nel silenzio di questi ultimi, in cui contro gli immigrati viene sbandierata una (impossibile) cacciata dal Veneto, territorio che servono occupando i posti di lavoro più umili e faticosi, sempre silenziosamente, in una sorta di "tasi e tira" che i veneti oggi così lamentosi hanno dimenticando abbracciando un chiacchiericcio indegno di una cultura del fare, tanto sbandierata come valore assoluto. Questa sembra essere l'ipocrisia che oggi guida il povero leone alato di San Marco scippato alla storia da un manipolo di populisti ululanti alla luna.

Questi pseudo argomenti sulle tasse, sull'immigrazione da tirar fuori quale spauracchio a orologeria, sul "prima i veneti" (prima di chi? dei romagnoli, dei napoletani, dei romeni, degli austriaci residenti? In quanto residenti molti immigrati hanno diritti come noi, veneti di nascita... mah!) hanno guadagnato la credibilità di una popolazione stanca, disinformata e hanno decretato il trionfo leghista nel Veneto, fino alla presidenza tanto auspicata dall'ala trevigiana del partito, la più caratteristica sezione leghista regionale, la più naif, la più urlatrice, ma la più furba e organizzata, che con una mano toglie e con l'altra in segreto dà per non crearsi in casa conflitti sociali ed essere tacciati di contraddizione tra dire e fare. Insomma: le badanti straniere servono anche agli elettori leghisti.

Un'ultima considerazione riguarda la scelta del candidato del Centrosinistra: se c'è una regione in Italia nella quale mettere in piedi le primarie, questa è il Veneto, proprio per la sua preoccupante politica plebiscitaria e la sua impermeabilità sociale, sempre più spessa e dura. Dunque, leccandoci le ferite dobbiamo prepararci ad affrontare con i nostri mezzi i cinque anni leghisti che ci attendono.

Auguriamo buon lavoro a Stefano e a Giuseppe, che sappiano rappresentarci al meglio, che siano fautori di unità a sinistra, che facciano tornare la politica della solidarietà e dell'integrazione al centro della scena. Questi valori rappresentano l'unico rimedio (già sperimentato con successo) per mettere assieme una regione sempre più disgregata, dove il campanile della frazione è più importante del comune di residenza, e vale più di una unità regionale o macroregionale padana, frutto di un comodo ibrido che non rappresenta, a ben vedere, nessuna unità. Nemmeno quella linguistica, o meglio dialettale, anche se questo può indispettire qualche cultore della "lengua veneta". Appunto: ma qual è il migliore, il più rappresentativo, dei trenta e più diversi dialetti che costituiscono il sottobosco linguistico veneto? Da qui si potrebbe preparare la prossima discriminazione fino all'annullamento atomico: solo il comune xyz ha diritto di definirsi veneto. Arriveremo a questo?

Fra qualche tempo torneremo a vedere sconsolati o inorriditi le diverse tifoserie venete assieparsi sugli spalti degli stadi e scannarsi in derby calcistici che perpetuano il sacro rito dell'odio tribale. Dei, corajo.

Denis Lotti, Arcugnano.

giovedì 25 marzo 2010

Aborto. amore e odio

La Cei per bocca del Suo presidente, il Cardinale Bagnasco si è espressa ieri su vari temi, compreso quello sull'aborto. Lungi da me contestare il diritto della Chiesa, di qualsiasi Chiesa di esprimere il Suo parere su temi che fanno parte della Sua dottrina. Vorrei però su questo tema esprimere alcuni concetti. La mia Chiesa, la Chiesa Valdese, non è certamente favorevole all'aborto, anche io non lo sono. Mai avrei cercato di fare abortire mia moglie o qualsiasi altra donna. Eppure all'epoca del referendum ho votato a favore della legge 194.
Vede, ho sempre pensato, e lo penso tuttora, che non è certamente una legge che provoca un male, il compito delle leggi, di qualsiasi legge, è quello di attenuare le conseguenze del "male", già presente nella società in cui viviamo. Io ho 70 anni, ricordo perciò tanti episodi avvenuti anche nell'ambito delle mie conoscenze, di aborti effettuati da mammane, con leggerezza, con scarso senso di precauzione igienica, con effetti devastanti anche psicologici da parte di chi compiva e nello stesso tempo era vittima di una tale operazione. Credo che la prima vittima dell'aborto sia la donna che fa una scelta così difficile! E da credente nell'insegnamento di quel Gesù che quasi sempre dimentichiamo, ho sempre provato un sentimento di cum passione con le donne coinvolte in un dolore che un uomo probabilmente non riesce neppure ad immaginare. Ci sono alcune frasi dell'insegnamento Cristiano che ho sempre tenuto a mente: una di queste è la famosa frase "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Oppure " Ipocrita togli innanzitutto la trave dal tuo occhio prima di giudicare il fuscello nell'occhio altrui". Non amo nè ho mai amato coloro che troppo facilmente giudicano. Che ognuno cerchi di migliorare sè stesso! Forse avremo una società più umana e più giusta!
A proposito dell'amore e dell'odio:
"L'amore è magnanimo, è benevolo, non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto spera, tutto sopporta."
Queste non sono logicamente parole mie, sono parole dell'Apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi! Mia è invece una riflessione! Forse sarebbe meglio che i nostri politici riflettessero bene prima di esprimere opinioni su temi così importanti. Forse non conoscono neppure il significato di quello che dicono. Forse le Chiese, tutte! senza parzialità di schieramento, dovrebbero riscoprire il messaggio profetico per la costruzione di una società futura più giusta, più rispondente ai veri bisogni dei giovani che la erediteranno dopo di noi, affinchè non abbiano a ritrovarsi in quello che sarebbe veramente un aborto della fede, della speranza, dell'amore.

Giancarlo Sanchini
Arcugnano

mercoledì 24 marzo 2010

Questa sera: Stefano Fracasso e Claudio Rizzato, incontro con i candidati del PD

Vi aspettiamo questa sera mercoledì 24 marzo 2010 alle ore 20.30, presso la Sede Circoscrizione 2, Santa Croce Bigolina, Vicenza, Enrico De Nicola, 8.

http://www.facebook.com/?ref=home#!/event.php?eid=111905698822173&ref=mf

lunedì 22 marzo 2010

Distribuzione giornalino

Cari amici,

abbiamo bisogno di una mano per distribuire il nostro giornalino per informazioni contattate unitiperarcugnano@gmail.com

Confidiamo nel vostro aiuto
A presto!

domenica 21 marzo 2010

Verbale del dibattito in Consiglio comunale sul tema "Acqua pubblica"

Dibattito sull'Acqua pubblica, contro la privatizzazione, promosso dal nostro Gruppo, per saperne di più, clicca qui:

http://88.213.189.20/attachments/394_DC%2011%20DEL%2002..2.2010.pdf

domenica 14 marzo 2010

Per un pugno di voti.



Cari amici,
Devo dire che l'attuale campagna elettorale è tra le più brutte alle quali io abbia mai assistito. Lo scandalo dei decreti salva liste, la censura perpretata ai programmi di opinione, i dicorsi offensivi del nostro premier nei confronti della magistratura e di chi la pensa diversamente da lui, mi preoccupano non poco. La crisi e la perdita del lavoro da parte di tanti operai e impiegati, gli attacchi strumentali ai pubblici dipendenti e agli immigrati, il procurato indebobilmento all'intero sistema della scuola, il fallimento stesso della ricostruzione in Abruzzo non devono -secondo l'attuale governo -essere argomenti che possano in qualche modo turbare il voto sereno degli italiani.
Tornando alla campagna elettorale, vi devo raccontare di un episodio che mi
è accaduto, o meglio, che è accaduto alle mie bambine di 7 e 10 anni che
giocavano tranquillamente nel cortile davanti casa, dove abito. L'altro
giorno erano fuori e si è avvicinato uno di quei camion che portano in giro -
inquinando non poco - le foto con i faccioni elettorali. Il conducente si è
fermato e ha consegnato alle mie due ignare figlie due lecca lecca,
rigorosamente color verde, coperte da una velina con stampigliato il simbolo
della Lega Nord e il nome del candidato presidente alla Regione Veneto.
Ebbene alle mie bambine ho sempre insegnato di non accettare caramelle dagli
sconosciuti -di qualsiasi colore esse siano - e loro, nonostante ciò le
hanno prese. Dopo però sono venute a chiedermi se potevano leccarle. Io ovviamente
gli ho detto di no, perchè non sapevamo da dove venivano e chi fosse quel signore che gliele aveva donate. Quello che mi ha indignato, e che finora non mi era mai successo, è che si strumentalizzino degli ignari bambini per catturare voti. Se la campagna elettorale di certi partiti è ridotta a questi livelli, più che attirare consensi c'è da perderci la faccia. C'è da sperare che la gente non si faccia incantare da questi specchietti per allodole e affronti il momento del voto con senso di responsabilità e in piena consapevolezza. Questo significa vivere in un paese libero e democratico.
Cordialità a tutti

M.Teresa Turetta - Arcugnano fraz. Torri

giovedì 4 marzo 2010

Incontro Forum giovanile: 8 marzo 2010

Ciao a tutti,
si sta avvicinando il momento di mandare in stampa il giornalino di Uniti per Arcugnano e serve il contributo di noi giovani.

Ci troveremo, sicuramente numerosi, lunedì 8 marzo alle 19, presso la sede delle associazioni (il solito posto) per mettere nero su bianco quello che ci frulla per la testa.

Se ci fossero problemi contattateci a unitiperarcugnano@gmail.com
o sul nostro forum on line http://groups.google.com/group/unitiperarcugnano-forumgiovanile !

Vi aspettiamo!

giovedì 18 febbraio 2010

Nuovo Gruppo di discussione - Iscriviti e partecipa!










height=30 width=136 alt="Google Gruppi">
Iscriviti a Uniti per Arcugnano Forum Giovani
Email:

Visita questo gruppo

Riunioni del Gruppo: 22 febbraio 2010

Il Gruppo Uniti per Arcugnano si riunirà lunedì 22 febbraio presso la sede delle Associazioni, in via dell'Artigianato n. 15, alle ore 21. Ti invitiamo a partecipare!

mercoledì 17 febbraio 2010

Forum giovanile di febbraio, OGGI 17 febbraio alle ore 19

Per maggiori informazioni scrivi a unitiperarcugnano@gmail.com

sabato 13 febbraio 2010

Nuova Newsletter informativa del Comune di Arcugnano

Avvisiamo i nostri visitatori che da qualche giorno è disponibile sul sito del Comune l'iscrizione alla Newsletter informativa del nostro Municipio.

Riserveremo commenti sul nuovo mezzo informativo, ed eventuali critiche, a ragion veduta, nel frattempo contribuiamo a diffondere la notizia, credendo nelle potenzialità della newsletter che, se utilizzata in modo "trasparente" per usare un termine caro al nuovo sindaco (cfr. lettera inviata alle famiglie), può molto affinché i cittadini vengano informati in modo capillare.

Diffondiamo la notizia poiché anche voi vigiliate sulla qualità delle notizie, perché siano davvero corrette e trasparenti. Anche questo è il compito democratico dell'opposizione.

Qualcuno potrebbe consigliarci di evitare di far pubblicità alla giunta, ma il nostro spirito è costruttivo, tale e quale la nostra opposizione che (al contrario di altri) crede che il bene del cittadino venga prima di ogni scontro pregiudiziale, pretestuoso o di bandiera.

Per iscriverti alla Newsletter del Comune di Arcugnano clicca qui: Newsletter Comune di Arcugnano

Lettera del sindaco alle famiglie di Arcugnano





Per poter leggere il testo cliccare sulla pagina.

Per leggere le considerazioni di Carlo Pasin clicca qui: Articolo Carlo Pasin

venerdì 12 febbraio 2010

Forum giovanile di Arcugnano. Secondo incontro: 17 febbraio 2010

Cari amici,

ecco una prima lista sulla quale vi invitiamo a riflettere e a contribuire:

1. Proposte generali per le nostre attività future. A vostra discrezione, accettiamo idee per realizzarle assieme: incontri, riflessioni, notizie, ecc...

2. Proposte per vostri contributi scritti e articoli da pubblicare sul nostro notiziario cartaceo. C'è qualche argomento che vi sta a cuore e che vorreste comunicare agli altri? questo è il mezzo per diffonderlo già dal prossimo numero, che uscirà prima delle elezioni regionali e che arriverà in ogni casa del comune di Arcugnano.

3. Formazione della redazione giovanile per il notiziario cartaceo e per il nostro blog (http://unitiperarcugnano.blogspot.com/), l'impegno è minimo e basta l'email, ma c'è bisogno di voi.

Vi aspettiamo presso la Sede delle Associazioni a Torri di Arcugnano (Via dell'Artigianato, 15) il 17 febbraio 2010 alle ore 19 per discutere assieme su questi e altri argomenti.

A presto!

domenica 7 febbraio 2010

INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE

“Nessuna informativa arriva alle nostre case”…denuncia la componente di opposizione Vivi Arcugnano nel suo ultimo foglio notizie. Ed ha ragione, perché la nuova Amministrazione Comunale effettivamente notizie ufficiali ed attendibili finora non ne ha fornito. Al più ne lascia trapelare alcune, in modo equivoco. Oppure fa intuire mezze novità, sussurrate o accennate da personaggi incredibili. E tutto questo, oltre a non favorire la consapevole partecipazione di Consiglieri e Cittadini, fa senz’altro il gioco di chi, quando governava il Comune, si comportava anche peggio.
Per quanto ci riguarda, ribadiamo alcune cose, irrinunciabili:
-i provvedimenti del Sindaco, della Giunta e del Consiglio Comunale devono essere messi tutti a disposizione dei Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, tempestivamente, per favorirne la conoscenza e gli opportuni approfondimenti;
-i medesimi provvedimenti devono essere sempre accompagnati da una relazione scritta, esauriente argomentata e documentata, in modo da indicare con chiarezza finalità, riferimenti normativi, oneri e relativa copertura;
-anche in Consiglio, Sindaco ed Assessori devono presentare ogni provvedimento o introdurre interpellanze, interrogazioni o quant’altro, sempre con relazioni scritte, esposte con chiarezza ed esaurientemente.
E’ ovvio che, d’ora in avanti, non assicureremo il nostro voto favorevole a provvedimenti carenti sotto il profilo informativo.

C’è anche un altro argomento riguardante la partecipazione che ci preme richiamare: l’organo d’informazione del Comune, ovvero quello strumento informativo che normalmente si stampa a spese della Comunità.
E’ chiaro che era una provocazione la richiesta di riservarne una parte ai gruppi di minoranza, per una gestione autonoma ed esclusiva. Ma il Sindaco non ha mostrato di cogliere la sostanza del problema: che la maggioranza non può propagandare, a spese di tutta la collettività, iniziative e linee politico-amministrative di parte. La propaganda è senz’altro legittima, ma va sempre fatta con mezzi propri.
Noi ci saremmo aspettati che il Sindaco proponesse almeno la costituzione di un gruppo di lavoro unitario per una redazione non partigiana ma partecipata del foglio informativo. Avremmo apprezzato.

Mentre scriviamo queste note arriva nelle nostre case una lettera del Sindaco, indirizzata a tutte le famiglie. Finalmente. Il fatto di per sé già costituisce una notizia.
Però – a parte il carattere intimistico della missiva sul piano formale come sul piano dei contenuti – traspare un evidente intendimento polemico piuttosto che il desiderio di informare la cittadinanza su progetti ed iniziative. Ma è già qualcosa.
Certo avremmo preferito conoscere qualche elemento in più dell’affare “Utilya” o della pista ciclabile o, ancora, della politica scolastica e del sostegno alle famiglie.
Carlo Pasin

Rassegnazione? No, grazie.

Mi sembra interessante l’iniziativa del “collettivo studenti di Vicenza”, che venerdì 5 febbraio ha attraversato le vie del centro, per ribadire la loro contrarietà al provvedimento “Gelminiano” che segna il riordino degli istituti tecnici, professionali e dei licei. Questi ragazzi hanno deciso di alzare la testa, hanno capito e sono consapevoli che tutto quello che sta succedendo riguarderà il loro futuro e naturalmente non ci stanno, per questo hanno deciso di provare a riprendersi la loro vita, decidere del loro futuro, lottando, anche per chi a quella manifestazione non c’era. Non hanno creato nessun fastidio alla quiete pubblica, hanno semplicemente sfilato per le vie del centro ed hanno chiesto un incontro con il Provveditore agli Studi Franco Venturella. Qualche collega mi ha detto che queste manifestazioni non servono a niente, citandomi come esempio la questione Dal Molin, non penso sia effettivamente così, il gruppo “NO Dal Molin” è riuscito ad entrare con una sua forza nell’attuale consiglio comunale ed è stato decisivo per la vittoria del Sindaco Variati anche se la base alla fine si farà. Penso che il successo di alcune battaglie dipenda molto dalla nostra capacità di coinvolgere gli altri, cercando di rendere più consapevole anche chi si porta dietro pregiudizi di ogni sorta. Questi movimenti sono linfa vitale per una società civile che sembra sempre più rassegnata o indifferente. Un grazie di cuore a questi ragazzi ed un saluto a tutti voi.
Antonio Bellofiore

sabato 30 gennaio 2010

Ricordiamo l'appuntamento di oggi per la fondazione del forum giovanile.

Vi aspettiamo numerosi alle ore 17.00 presso la Sede delle Associazioni, 15 a Torri di Arcugnano.(Zona artigianale)

lunedì 11 gennaio 2010

RIUNIONE DEL LUNEDI', UNITI PER ARCUGNANO

Il Gruppo Uniti per Arcugnano si riunirà QUESTA SERA e i prossimi lunedì 18 e 25 gennaio presso la sede delle Associazioni, in via dell'Artigianato n. 15, alle ore 21. Ti invitiamo a partecipare!

martedì 5 gennaio 2010

Appuntamenti di gennaio 2010: Riunione del Gruppo e Forum giovanile

Il Gruppo Uniti per Arcugnano si riunirà lunedì 11, 18 e 25 gennaio presso la sede delle Associazioni, in via dell'Artigianato n. 15 alle ore 21. Ti invitiamo a partecipare!

***

Ricordiamo inoltre che il Forum Giovanile di Arcugnano - Giovani uniti per Arcugnano, si terrà il 30 gennaio 2010 alle ore 17.00 presso la Sede delle Associazioni, 15 a Torri di Arcugnano.

L'incontro è pubblico ed è dedicato principalmente ai giovani di Arcugnano interessati a condividere un percorso comune e a dar vita a iniziative e incontri di discussione a tema.

Attraverso questa iniziativa, vorremmo raccogliere le idee e le voci delle generazioni più giovani che vivono nel Comune di Arcugnano e che si riconoscono nella nostra lista di Centrosinistra.
Le finalità sono principalmente tre (almeno all’inizio del percorso):

1. conoscerci tra di noi e creare una rete di confronto diretto.
2. organizzare in tempi brevi iniziative per creare occasioni d’incontro e d’espressione giovanile -aperte a tutti- per far conoscere alla popolazione di Arcugnano le nostre idee e il nostro punto di vista.
3. raccogliere proposte per il futuro della lista, in previsione delle prossime elezioni amministrative.

Se vuoi essere contattato o saperne di più scrivi una email a: unitiperarcugnano@gmail.com

Con l'occasione proietteremo un documentario prodotto da Marco Paolini intitolato "LA MAL'OMBRA", girato dal regista Andrea Segre a San Pietro di Rosà nel 2007 (durata 70'). Andrea Segre ha concesso personalmente a Uniti per Arcugnano la proiezione pubblica del film, a lui va il nostro sentito grazie.

"La Mal'ombra" racconta la storia di San Pietro di Rosà in provincia di Vicenza.

E’ un film documentario sulla tensione tra sviluppo industriale e qualità della vita. Un film sulla difficoltà di dialogo tra politica e cittadini e sulle alleanze silenziose e non sempre limpide tra politica e poteri economici.

A San Pietro, un paesino con poco più di mille abitanti, nel 2002 viene decisa la costruzione di una delle Zincheria più grandi d’Italia, ma contro questa scelta nasce un Presidio permanente: un piccolo tendone di fronte all’enorme fabbrica gialla. Cittadini, non militanti di movimenti ecologisti o di minoranze di sinistra: residenti nella case offese dalla Zincheria, risvegliatisi orfani di una cultura contadina totalmente svenduta ad interessi privati di clan imprenditoriali e dei loro club politici. La Mal'ombra racconta, con il linguaggio immediato, ironico e tagliente del cinema-documentario, un anno cruciale nella lotta dei cittadini di San Pietro, quello tra maggio 2006 e giugno 2007, ovvero dal giorno in cui le Autorità preposte concessero alla Zincheria l’inizio della lavorazione, alle due settimane che precedono le elezioni amministrative, durante le quali si scontrano da una parte il Sindaco uscente appoggiato dalla Zincheria e da tutto il tessuto imprenditoriale e dall’altra la lista civica sostenuta dal Presidio.

Vi invitiamo a partecipare numerosi, sperando che l'occasione di dibattito possa far crescere la nostra comunità e arrivi a quanti abbiano a cuore la nostra società e il nostro territorio.

domenica 3 gennaio 2010

Oscurare facebook ?


"Valuteremo soluzioni idonee da presentare al prossimo consiglio dei ministri" per consentire "l'oscuramento dei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere". (R. Maroni)
Siamo probabilmente tutti d'accordo che chi istiga alla violenza e l'odio dentro e fuori dal web ripeto dentro e fuori dal web debba essere punito, l'apologia di reato, leggo dal dizionario Sabatini Colettiche consiste "nell'esaltare pubblicamente ciò che la legge considera delitto". Ma siamo proprio sicuri che sia internet ad alimentare l'odio nel nostro paese? Guardate questo video, a voi trarne le dovute conseguenze...

Antonio Bellofiore
http://www.youtube.com/watch?v=-3nwr2nl-c0